Una storia scritta nella pietra
Una storia semplice ma complessa, antica e moderna insieme, magica ma reale, come un sasso che arde in un forno a tino per poter diventare arte. Questa è la storia della calce. Questa è la storia de La Calce del Brenta.
Semplice nella sua formazione, ma non banale. Attuale, ma con radici antiche. Utilizzata dai popoli mesopotamici, dagli Ebrei, dai Cinesi; persino dagli Incas e dai Maya. E poi dai Fenici, dai Greci e dai Romani. Un materiale che ha fatto la storia dell’architettura e dell’arte. Nell’Ottocento il fiume Brenta era un luogo speciale, una fonte naturale da cui potevano essere raccolti i sassi per produrre la calce richiesta per affreschi, intonaci e pitture murali. È proprio in quel luogo che nel 1920 Cristiano De Toni costruisce la fornace di famiglia dove, bruciando gli scarti della sua falegnameria, comincia a produrre la calce. Un’arte che da quasi un secolo viene tramandata di padre in figlio con passione ed esperienza. Da allora, Gaetano, Franco e Mariangela, e poi Anna, Paola e Cristina hanno saputo far evolvere la storia della calce nel tempo, con sapiente attenzione, guardando alle nuove opportunità offerte dal mercato delle costruzioni storiche, moderne ed ecologiche, senza mai tradire le proprie origini.
La passione dentro
Una storia di famiglia, quella de La Calce del Brenta, in cui la profonda conoscenza del mondo della calce e della storia dell’architettura si unisce alla passione per il proprio lavoro e all’amore per le cose semplici, ma curate in ogni dettaglio. Le ville palladiane, i palazzi veneziani, le ville e le terme romane, ma anche i preziosi insegnamenti ricevuti durante collaborazioni con prestigiosi architetti contemporanei: sono queste le fonti di ispirazione di un’innovazione volta alla protezione dell’ambiente e alla biocompatibilità. Con il settore ricerca e sviluppo impegnato su diversi fronti, sempre attento al passato e al futuro, per creare soluzioni tradizionali ed ecologiche per chi desidera una casa sana, personalizzata e naturale, senza voler rinunciare al design e all’eleganza della materia, del colore e delle forme. Ispirazioni che arrivano da lontano e che vengono plasmate per il futuro. Questa è l’offerta de La Calce del Brenta.
La pietra che brucia
La Terra è la fonte di questo materiale totalmente naturale, a cui dona vitali caratteristiche minerali, rendendola completamente atossica, garante della traspirabilità, nemica di umidità e muffe e facile da lavorare. Per una resa estetica unica e durevole nel tempo. È poi il Fuoco che si fa carico della trasformazione più importante. I ciottoli, posti nella fornace alimentata con segatura di legno vergine, sono portati a una temperatura di circa 900°. Questa “cottura dolce”, mantenuta per sette giorni, fa perdere al sasso l’anidride carbonica, trasformandolo in ossido di calcio, la “calce viva”. È però solo quando il sasso cotto si tuffa nell’Acqua che si ottiene la “calce spenta”, il grassello di calce. Una pasta bianchissima che viene lasciata maturare per lunghi mesi in grandi vasche, secondo un metodo già noto ad Andrea Palladio e descritto ne I quattro libri dell’Architettura. Un ciclo tutto naturale quello della calce, che si conclude solo grazie all’azione dell’Aria, quando il grassello, riassorbendo l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, reagisce tornando a essere solido e tenace come quel sasso che era in origine, con una nuova vita.
Un processo sano, pulito, senza emissione di CO2, nel pieno rispetto della Terra, quella su cui viviamo. Una trasformazione controllata degli elementi naturali permette a La Calce del Brenta, ultima testimone del fare calce secondo tradizione, di ottenerela migliore delle materie prime, elemento distintivo dell’alta qualità delle finiture proposte.