La nuova coperta Alpagota

 

La coperta Alpagota disegnata da ruga.perissinotto per Bolzan, si inserisce nella collaborazione con lo storico Lanificio Paoletti che dedica un progetto al recupero e alla valorizzazione della lana della pecora di Alpago. Dal mantello della pecora si ottiene un filato di qualità, soffice e compatto, dai gradevoli colori delle nuance naturali. La genuinità di questa preziosa materia prima diventa l’elemento distintivo che viene applicato al progetto: la coperta è in sé un oggetto semplice, diretto, ha una forma pulita e lineare come il decoro visibile fronte/retro. I lati lunghi presentano una finitura con ricamo a punto cavallo, mentre i restanti lati terminano con morbide frange. La scelta sostenibile di non utilizzare tinture permette alla coperta di mantenere i colori e le sfumature di beige e di grigio originali.

Lanificio Paoletti è appunto coinvolto in un progetto di filiera a chilometro 0, recuperando le lane di una pecora autoctona a rischio estinzione in collaborazione con la cooperativa di pastori Fardjma. La lana d’Alpago è realizzata a partire dal vello della pecora alpagota, razza ovina di taglia medio-piccola autoctona della provincia di Belluno. Tale razza, in passato allevata sia per scopi culinari che per la lana, è da tempo a rischio di estinzione e la sua lana è destinata alle discariche.

Le pecore dell’Alpago (BL) sono oggi anche presidio Slowfood e parte del progetto “Lane delle Dolomiti”. Bolzan è stata coinvolta attivamente in questo progetto di filiera a chilometro zero. Alpagota si propone di “trasformare lo scarto in risorsa, cancellare la distanza dall’origine della materia prima al luogo della manifattura, eliminare l’uso di agenti chimici nel processo di tintura“.