A casa di Rosa Vetrano, l’architetta che a Palermo sogna un mondo migliore

Abbiamo inaugurato il 2024 con alcuni incontri\interviste a casa di architette e architetti e designers che da anni sono impegnati in progetti che hanno al centro la sostenibilità. Dopo l’incontro con il milanese Giorgio Caporaso, arriviamo in Sicilia, a Palermo, per incontrare l’architetta Rosa Vetrano.

La visionaria progettista, nel cuore pulsante della città dei Quattro Canti, ha dato vita ad uno “Spazio Sintesi”, che è la somma suprema di una lunga carriera impiegata per il rispetto dell’ambiente, in primis per il mare.

Rosa Vetrano non è una architetta tradizionale, ma unisce al mondo consueto dei cantieri anche ulteriori sogni che esprime attraverso molte discipline affini vedi la performance e tutta l’arte contemporanea.

Realizza installazioni artistiche-architettoniche che hanno fatto il giro del mondo, e tutte accomunate da un unico grande obiettivo: combattere l’inquinamento del mare e preservare l’ecosistema come percorsi sostenibili, partendo dalle piccole cose.

rosa vetrano

– I tuoi progetti sono esortazioni poetiche per una vita consapevole. Cosa stai progettando in questo momento?

Attualmente sto lavorando ad un progetto che mi sta molto a cuore: “Metamorfosi”. Esso raccoglie una serie di opere artistiche dedicate ai piccoli/giganti protagonisti della Terra. Lo scopo è quello di mettere in evidenza l’importanza fondamentale della  presenza sul nostro Pianeta di creature essenziali per la biodiversità.

Sono coleotteri, apidi, aracnidi, lepidotteri, ed altri ancora. Piccoli esseri che rappresentano il termometro dello stato di salute del nostro Pianeta.

– Parlaci del tuo Spazio Sintesi ovvero della riconversione e della ri-generazione che hai realizzato…

Spazio Sintesi rappresenta un significativo esempio di archeologia industriale. E’ il racconto di un viaggio che indagando tra le pieghe del passato ci offre l’occasione di recuperare la memoria storica e ci aiuta a far germogliare i semi di una rinascita più vicina ai bisogni umani.

Io e Ninni, mio marito, conoscevamo i magazzini e ne percepivano le loro grandi potenzialità aldilà delle evidenze che ne restituivano l’essenza di una creatura pesantemente mortificata dall’incuria perpetrata negli anni.

Non esitammo un solo attimo nel momento in cui i proprietari misero in vendita l’immobile. Decidemmo di acquistarlo con la promessa fatta a noi stessi di intervenire immediatamente per riconsegnargli l’identità e la dignità perduta.

Ritenemmo inderogabile la necessità di conservare ogni singolo elemento e materia che fosse testimonianza del passato. Questo però con l’obiettivo di rendere modernamente riutilizzabili gli spazi adottando quanto di stilisticamente moderno poteva essere utilizzato.

rosa vetrano  spazio sintesi

Gli interventi, rispondendo alle nuove esigenze impiantistiche e funzionali e la realizzazione di opere finalizzate alla creazione di un ambiente polifunzionale legato alla cultura e al benessere, lasciando immutato il fascino del luogo. Il soppalco autoportante è un blocco di vetro che amplifica la bellezza del luogo attraverso un gioco di luci come un caleidoscopio.

Spazio Sintesi è, prevalentemente, uno spazio creativo con postazioni individuali dedicate al coworking con strumenti di lettura/scrittura. E’, altresì, laboratorio e luogo di condivisione artistica e culturale con spazi informali dove è possibile ascoltare musica, leggere, parlare, tutte attività che ne valorizzano il carattere storico e architettonico.

La trasformazione e il riuso di edifici non solo contribuisce a migliorare la qualità urbana ed architettonica del luogo, bensì, affronta responsabili strategie per un futuro sostenibile. Ridare nuova vita ad uno spazio preservando la memoria e il valore storico culturale del luogo senza alterarne il proprio DNA è una sfida tra le più affascinanti in architettura.

– La tua vita professionale è una storia di grande resilienza … concordi?

In un certo senso è vero. L’inquinamento architettonico è creato da una serie di eventi che disturbano l’ecosistema, sia antropico che naturale, a mezzo di interventi di carattere edilizio. Esso produce disagi, patologie e danni temporanei o permanenti per la vita di una data area tanto da porre la zona in disequilibrio con i cicli naturali.

Per ovviare a ciò è necessario che nelle fasi progettuali si tenga conto di alcuni elementi fondamentali quali la conoscenza dei luoghi, il rispetto per il “genius loci”.

Inoltre è necessario indagare sulle aspettative e sulle esigenze del committente. La materia, talvolta, suggerisce la forma ma è anche importante che l’idea progettuale soddisfi il connubio tra razionalità ed emotività. L’oggetto contemporaneo, inoltre, deve  essere etico, cioè creare meno impatto possibile.

Nelle mie creazioni, semplici ed essenziali, cerco di esplorare la capacità espressiva dei materiali sforzandomi di creare sinergia tra contenitore e contenuto. La nostra psiche ed il nostro corpo sono strettamente connessi con i luoghi abitativi per cui l’architettura non va concepita astrattamente bensì va pensata in funzione dell’individuo.

design sostenibile

Nel processo creativo la ricerca dei materiali e la sperimentazione sono elementi essenziali. Quando penso alla creazione di un oggetto o di uno spazio cerco di vedere il progetto finito. Non tutto va bene per qualsiasi luogo, anzi è vero il contrario.

Il filo conduttore da cui mi lascio guidare è la natura capace di nutrirci ed emozionarci. Il mio studio è un cantiere vero e proprio dove progetto, sperimento e manipolo spesso materiali inusuali con risultati ed effetti, talvolta, sorprendenti.

– Credi che il design possa davvero salvare il mondo?

Arte, architettura, design sono certamente dei veicoli importanti per creare sensibilizzazione e comunicare temi scottanti del nostro Pianeta, quali clima, rifiuti ed in generale per denunciare il rapporto malsano tra uomo e natura.

In particolare lo “slowdesign” si pone l’obiettivo di operare in maniera simbiotica con la natura. Intende evocare l’arte artigianale e la cultura del “saper fare”. E’ una filosofia di vita basata sul benessere della persona e sulla sostenibilità.

Slow design significa creare secondo principi etico-sociali privilegiare, per esempio, materie prime locali, ridurre gli sprechi ed attuare una minuziosa valutazione dell’impatto ambientale del prodotto durante il suo ciclo di vita.

L’opera di sensibilizzare è stata ed è di fondamentale importanza per creare una coscienza critica e consapevole. Un progetto creativo è sostenibile quando si pone in maniera etica nei confronti dei luoghi destinati ad accoglierlo. Questo vale sia per la macro che per la micro realizzazione.

La scelta dei materiali assume un’importanza fondamentale poiché essi definiscono gli spazi, diventano forme. L’oggetto deve inserirsi in maniera naturale creando un rapporto simbiotico tra progetto e luogo. L’uno non sottrae l’altro ma l’arricchisce.

Occorre semplificare, rallentare, riciclare, ridurre, liberarci dal superfluo per creare spazio affinché accada qualcosa di nuovo. Bisogna ri-creare luoghi a misura d’uomo. Molti di noi abbiamo consapevolezza di quanto sia utile ai fini del nostro benessere fisico-psichico e conseguentemente utile ad arginare il caos che governa e che compromette seriamente l’equilibrio del Pianeta.

Se siamo in grado di cambiare e ridurre il nostro impatto molto può essere fatto per il bene comune. Treno che non bisogna assolutamente perdere se vogliamo evitare la catastrofe

– Uno dei tuoi lavori più famosi è “Musica Liquida”, un progetto che difende il pianeta blu dall’invasione della plastica … è un capitolo ancora aperto?

Purtroppo, nonostante gli sforzi ed il notevole impegno i risultati non sono confortanti. Oggi le risorse economiche disponibili, anche a livello europeo, ci fanno ben sperare nell’attuazione di una transizione ecologica capace di percorrere con più decisione, rispetto al passato, le strade di uno sviluppo sostenibile a tutela dell’ambiente.

Questa potrebbe essere l’occasione per maturare il vero processo di cambiamento improntato su un atteggiamento di rispetto e civiltà nei confronti dei grandi temi ambientali ripartendo dalle cose semplici e piccole.

In “Musicaliquida”  protagonista indiscussa è la plastica destinata alla discarica e/o recuperata dal mare e trasformata in opere artistiche e/o installazioni. Con esse mi prefiggo l’obiettivo di favorire un’ approccio consapevole all’arte ecologica attraverso installazioni interattive di notevole suggestione.

slow design  slow design

E’ il risultato di un gesto creativo che indagando su temi di scottante realtà ridà vita e bellezza a materiali di scarto impreziositi dall’arte. E’ un percorso che racconta la possibilità di rendere seduttivi  i rifiuti attraverso la loro trasformazione e di come la drammaticità di un argomento così urgente possa essere trattato con semplicità e delicatezza.

L’arte non ha il compito di ergersi a giudice piuttosto di trasmettere, attraverso la bellezza,  messaggi per aiutarci a cambiare le abitudini e i punti di vista. In “musicaliquida”, installazione multisensoriale, un esercito di meduse, simbolo di mare pulito, fluttua in sospensione guidandoci in un viaggio virtuale tra gli abissi marini.

Il rifiuto-plastica, nemico numero uno dell’ambiente, si erge ad opera d’arte per trasmettere emozioni e per sensibilizzare bambini ed adulti ad un utilizzo e smaltimento consapevole. Mi piace pensare che il dialogo tra natura ed artificio, tra funzionalità e ricerca presenti in questi progetti possa dare una mano alla natura

– Chiudiamo questo piacevolissimo incontro con un tuo desiderio … qualcosa che ti piacerebbe realizzare …

C’é. L’idea progettuale è un percorso sensoriale che intende connettere e far dialogare le strutture delle tonnare presenti lungo le coste del Mediterraneo. L’intento primario del progetto è quello di creare un filo conduttore in luoghi dove ancora oggi è possibile respirare un’atmosfera intrisa di forti significati legati al passato.

L’ambizione è creare un museo a cielo aperto che interagisca con lo spazio e il tempo dialogando tra il paesaggio ed elementi architettonici radicati nel tempo. Elementi effimeri che si relazionano con architetture possenti in grado di suscitare momenti di intensa riflessione.

Creare le condizioni per far riemergere la vita in luoghi assonnati legati da una forte connotazione antropologica e spirituale. Intervenire con elementi apparentemente incorporee ma dalla forte spiritualità evocativa di un passato capace di rinnovare il futuro. Il dialogo tra il patrimonio storico e l’etere fortemente influenzato dalla cultura del luogo

Ringraziamo Rosa Vetrano per averci portato nel suo affascinante mondo creativo!

 

Caterina Misuraca