A Rovigo, una mostra fa rivivere la vicenda di Cristina Roccati la donna che “osò” studiare fisica

Fu la terza donna a laurearsi al mondo e la prima “fuori sede” della storia. Insegnò la fisica di Newton, mentre scriveva poesie.

In Palazzo Roncale, dal 6 dicembre 2024 al 21 aprile 2025, la vicenda di questa giovanissima rodigina sarà rievocata da una esposizione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con l’Accademia dei Concordi e il Comune di Rovigo, con la curatela scientifica di Elena Canadelli, da una idea di Sergio Campagnolo.

“Osò studiare”, perché all’epoca, che da un piccolo paese, Rovigo, che contava all’incirca 5 mila abitanti, una ragazza di appena 15 anni partisse per Bologna per studiarvi all’Università era cosa mai vista. E ancora più incomprensibile, e forse scandaloso, parve l’oggetto dei suoi studi: materie che esulavano dalle competenze proprie “delle donne”, sottolinea la curatrice.

Anche se si era nel secolo dei Lumi, le università continuavano a essere palestra esclusiva per maschi benestanti. Al mondo, solo due donne avevano, all’epoca, raggiunto la laurea: Elena Cornaro Piscopia (1646-1684) all’Università di Padova e Laura Bassi (1711-1778), nell’Ateneo bolognese.

cristina roccati

Cristina Roccati studia “fuori sede”. Ne parla la curatrice, professoressa Elena Canadelli 

E fu a quest’ultima che, nel 1747, a soli 15 anni, si rivolse Cristina, diventando la prima studentessa “fuori sede” della storia. Giunse a Bologna scortata da una zia e dal suo maestro di casa, per studiare logica, filosofia, meteorologia, geometria e fisica. Il padre, con una decisione anch’essa controcorrente, aveva puntato su di lei anziché sul fratello.

“In un mondo senza donne come quello della scienza dell’epoca la Roccati si laureò nel 1751, appena diciannovenne, e l’anno successivo si trasferì a Padova per continuare la sua formazione con lo studio dell’astronomia e della fisica di Newton.

La sua carriera era iniziata dalla poesia erudita e d’occasione, composta per esempio per le nozze di personalità di spicco. Un’attività che l’aveva fatta apprezzare non solo nella sua città natale, ma anche a Bologna e in altre accademie d’Italia. Amica dell’influente letterato rodigino Girolamo Silvestri, fu accolta nell’Accademia dei Concordi di Rovigo, importante cenacolo culturale e scientifico del tempo. Costretta a lasciare Padova già nel 1752, a causa dello scandalo finanziario in cui era stato coinvolto il padre, la giovane si dedicò all’insegnamento della fisica nella sua città natale. Rivolgendosi principalmente ai membri dell’Accademia dei Concordi, che nel 1754 la nominarono, non senza proteste e persino dimissioni polemiche, loro “Principe”.

Cristina Roccati

 

Il ritorno a Rovigo

“Dopo le vivaci esperienze a Bologna e Padova, la vita di Cristina Roccati trascorse sempre a Rovigo. Qui portò la scienza galileiana e la fisica newtoniana, in lezioni che ci sono pervenute fino ad oggi e che ci restituiscono uno spaccato della scienza e della società del tempo” (la curatrice).

“Nonostante le difficoltà, grazie a un confine non ben definito tra pubblico e privato, scienza e meraviglioso, nella seconda metà del Settecento alcune donne riuscirono a ritagliarsi un ruolo nella scienza. Si pensi a figure come la matematica Maria Gaetana Agnesi a Milano e la fisica Laura Bassi a Bologna, o, in Francia, alla matematica Émilie du Châtelet. Tra loro ci fu anche la rodigina Roccati”.

La mostra

“La mostra restituisce la voce a una delle protagoniste di questa elettrizzante stagione della scienza, attraverso un percorso incentrato sulla riscoperta di questa figura dimenticata. Verranno raccontati anche alcuni aspetti storici e scientifici del Settecento.  Il secolo della ragione e dell’Encyclopédie, di Voltaire e della Rivoluzione francese. Ma anche della diffusione delle teorie di Newton e della meraviglia suscitata da fenomeni naturali come l’elettricità. Negli anni della Roccati, la moda degli spettacoli di elettricità e di dimostrazioni sperimentali conquistò nobili e accademici, animando le serate di corti e salotti. Nel mentre si moltiplicavano i primi libri di divulgazione scientifica, come Il Newtonianesimo per le dame (1737) dello scrittore Francesco Algarotti o le Lezioni di fisica sperimentale (1743-48) del francese Jean Antoine Nollet”.

Cristina Roccati

 

“Come per molte donne dell’epoca, dopo la sua morte un velo si è posato sulla sua vita e sulla sua opera. La mostra vuole sollevare questo velo per ripercorrere attraverso di lei i rapporti tra la scienza, la società e il ruolo delle donne nel secolo dei Lumi. A lungo le donne sono state escluse da percorsi istituzionali in campo scientifico e anche oggi il tema della presenza/assenza delle donne nella scienza continua a fare riflettere e discutere, con il permanere della disparità di genere nelle materie scientifiche”.

A lei è stato intitolato uno dei telescopi che verranno lanciati in orbita nell’ambito del progetto PLATO dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la cui missione è individuare pianeti extrasolari simili alla Terra. Una nuova avventura per una donna che nel Settecento ha dedicato la sua vita alla scienza e allo studio della natura.

 

Info: Palazzo Roncale www.palazzoroncale.com