Eccellente esempio di Art Déco, la caffettiera Bialetti Moka Express è diventata un’icona e un simbolo del Made in Italy, presente nella collezione permanente della Triennale di Milano e del MoMA di New York.
Qualche giorno fa ho dovuto comprare la nuova caffettiera. Premetto che adoro il caffè e che per me il caffè si fa con la moka!
Nessun dubbio quindi sulla scelta da fare: la caffettiera Bialetti, la Moka, la più classica e la più italiana delle caffettiere, quella in alluminio. Mentre tornavo a casa e mi pregustavo il caffè, pensavo quale icona del design pubblicare per il mese di agosto e mi sono resa conto che l’icona del design era dentro il mio sacchetto.
La storia della caffettiera Bialetti
È il 1933 quando da un’intuizione di Alfonso Bialetti nasce la prima ed originale Moka Express, caffettiera destinata a rivoluzionare per sempre il rito del prendere il caffè. L’obiettivo di Alfonso Bialetti era portare nelle case degli italiani un caffè buono come quello del bar, creando un oggetto semplice e facile da usare.
Per realizzarlo scelse l’alluminio: un materiale leggero, resistente e all’epoca sinonimo di modernità.
L’innovazione consistette nella creazione di un nuovo meccanismo di funzionamento rispetto ai modelli di caffettiere all’epoca esistenti, la Napoletana e la Milanese.
Per il funzionamento di Moka Express Bialetti si ispirò alla lisciveuse – antenata della lavatrice – creando di fatto un piccolo ma efficiente sistema a pressione, grazie al quale l’acqua bollente, risalendo dalla caldaia attraverso il filtro a imbuto incontra il caffè macinato, fondendosi con esso e trasportandolo fino al raccoglitore.
Il nome fu scelto in onore della città di Mokha in Yemen, una delle prime e più rinomate aree di produzione del caffè. L’iconica forma ottagonale della Moka – rimasta pressoché invariata nei decenni – si narra fu “ispirata” dalla silhouette della moglie stessa di Alfonso: il capo, le spalle larghe, la vita stretta, un braccio sul fianco e una gonna plissettata…
Arriva l’Omino coi baffi
Risalente agli anni ’50 fu, invece, l’introduzione sulla Moka Express del celeberrimo Omino coi baffi. Nato dalla matita del fumettista Paul Campani si ispira alla figura di Renato Bialetti – figlio di Alfonso.
L’Omino coi baffi divenne simbolo dell’azienda stessa e fu ben presto applicato a tutti i prodotti Bialetti.
E fu proprio a partire da quegli anni che, grazie ad una strategia pubblicitaria avanguardistica e ad un sapiente piano di esportazioni, Moka Express iniziò ad affermarsi come elemento irrinunciabile delle case italiane e come simbolo del Made in Italy in tutto il mondo.
Oggi, a distanza di novant’anni dalla sua ideazione, Moka Express è ormai un’icona indiscussa del patrimonio culturale italiano. Un’invenzione, inserita nelle collezioni permanenti del MoMa di New York e del Triennale Design Museum di Milano.
E’ con questa caffettiera che Bialetti ha scritto la storia del caffè italiano.