Intervista a Maurizio Nieri di Atelier Nieri: “Fieri di portare nel mondo lo stile italiano”

Una bellissima storia tutta italiana che nel 2029 spegnerà 100 illustri candeline. Il nonno Gino nel 1929 iniziò a creare con le proprie mani e quelle di sapienti artigiani i primissimi divani che in circa 20 giorni venivano consegnati su un carro trainato da un cavallo, nei salotti buoni di Firenze.

Oggi quegli stessi divani che hanno mantenuto fede ai tanti valori della famiglia volano con quotidiani trasporti aerei, in venti Paesi di tutto il mondo.

Abbiamo incontrato Maurizio Nieri, anima illuminata alla guida dell’omonimo Atelier ed è stato un bellissimo confronto, perché se le aziende sono lo specchio di chi le guida, qui c’è una straordinaria visione filantropica tutta orgogliosamente italiana, colma di valori e straordinarie intuizioni.

Qui c’è quella fetta operosa e geniale del Bel Paese che tutto il mondo ci invidia ma anche guarda con ammirazione sconfinata. Qui ci sono i sogni e le visioni di un imprenditore che non smette mai di fare ricerca ed alimentare la sua creatività e curiosità, da vero art director!

Atelier Nieri di Firenze

Signore e Signori … lettori e lettrici di Acasamagazine … ci accomodiamo con voi, nel salotto di Atelier Nieri. E che salotto … già protagonista quest’anno di Casa Sanremo e della Notte Rossa del Club Italia Ferrari a Maranello.

Siamo felici di incontrarla perché una delle occasioni più interessanti che ci offre il nostro lavoro è quella di conoscere le Persone, le anime e le menti che ci sono dietro agli “oggetti” di cui poi raccontiamo. Sono le Storie la nostra grande passione. E quella di Atelier Nieri è una bellissima storia tutta italiana che nasce là dove la nostra lingua e la nostra cultura (storia, arte, moda) sono nate, con fulgidi esempi in tutti i campi: la Toscana, Firenze.

Arriviamo alla domanda: quanta storia del territorio c’è stata e c’è ancora nella storia che avete scritto e che continuate a scrivere con i vostri prodotti?

“Il territorio che dà origine al nostro sogno è tutto per noi, da sempre. Atelier Nieri nasce dalla visione di mio nonno Gino nel 1929, in questo territorio straordinario, tra Prato e Pistoia, Quarrata (a venti chilometri da Firenze). Da qui non ci siamo mai spostati.

Non abbiamo mai ceduto a nessuna proposta faraonica di acquisto che avrebbe comunque portato ad una delocalizzazione. Il senso di appartenenza al territorio lo traduciamo da sempre attraverso due filoni: l’eccellenza legata all’artigianalità italiana e la storia della mia famiglia che ha attraversato tante fasi della nostra economia produttiva riuscendo con grande sapienza ad essere versatile e adeguarsi ai cambiamenti.

Qui nel nostro territorio abbiamo investito e continuiamo ad investire molto, per primo sui giovani. Oggi il nostro Atelier Nieri è alla quarta generazione con mio figlio Lorenzo. Crediamo fortemente nel valore del Made in Italy che all’estero ci viene riconosciuto tanto da essere presenti in 20 Paesi nel mondo.

Qui nel nostro territorio nascono i nostri imbottiti dalle mani preziose dei nostri artigiani che nessun robot ha mai sostituito. Siamo molto orgogliosi di poterlo affermare”.

Anima rigorosamente Made in Italy … è questo il segreto del vostro grande successo all’estero?

“Portare nel mondo lo stile italiano è la nostra missione ed è diventata la nostra chiave di successo. Andiamo in giro all’estero con orgoglio portando il vero Made in Italy.

Credo che nelle scuole italiane bisognerebbe saperlo raccontare e far studiare il Made in Italy declinandolo attraverso la storia dell’Arte, della poesia, della letteratura, della Moda, del Design, delle imprese che si impegnano per valorizzarlo …

All’estero il Made in Italy è visto come un segno unico di bellezza, di qualità e di genialità.

Noi qui in Italia non ne siamo molto consapevoli purtroppo!

Sarà forse perché abbiamo troppe bellezze paesaggistiche e naturalistiche e uno sconfinato patrimonio artistico culturale da non essere all’altezza della sua stessa gestione e promozione.

All’estero sono bravissimi a valorizzare anche un piccolissimo monumento, noi qui abbiamo tesori incommensurabili in ogni città e quasi sempre non li conosciamo nemmeno.

Ecco nelle scuole bisognerebbe insegnare questo valore per difendere e valorizzare tutta la bellezza che solo l’Italia ha. Per incentivare la creatività stessa dei giovani”.

Maurizio Nieri

In una sua recente dichiarazione ci ha colpito molto il suo attaccamento a valori umani, quasi in disuso purtroppo, che le sono stati tramandati dai suoi avi.

Lei parlava di Umiltà … le chiediamo quindi quali sono i tre valori più belli ereditati dalla sua famiglia?

“Innanzitutto la Passione, mettendo un grande amore in quello che faccio. Ed io sono innamorato del mio lavoro.

Secondo, il coraggio perché senza non si va da nessuna parte. Un po’ di rischi che tu sia dipendente o imprenditore devi riuscire ad assumerli altrimenti non vai avanti.

E poi soprattutto tanta umiltà che ritengo sia  sinonimo di intelligenza. Ovvero non sentirti mai arrivato ma al contrario continuare a pensare di potere fare ancora meglio …

Questo mi è stato trasmesso e cerco di trasmettere anche a mio figlio”.

 

 

 

Abbiamo scoperto che nella prossima settimana, dal 26 giugno al 2 luglio, Atelier Nieri promuoverà una delle perle turistiche del nostro Mediterraneo, Tropea, nel corso dell’omonimo Film Festival. Dobbiamo leggere in questa sinergia virtuosa un disegno futuro? … il Bel Design che promuove il Bel Paese?

  “Non conoscevo bene la Calabria purtroppo ma sono rimasto molto colpito dalla sua bellezza.

Sono stato invitato dal sindaco di Tropea Giovanni Macrì e dall’ideatore e direttore artistico Emanuele Bertucci organizzatore della prima edizione del Tropea Film Festival, sicuramente sarà una bellissima manifestazione.

Tropea è una grande sorpresa. Una grande bellezza italiana come Pizzo,  Capo Vaticano … una terra molto dotata di bellezze straordinarie e da valorizzare per attrarre un turismo importante.

Credo molto nel binomio Bel Design – Bellezza Italiana e sono felice di questa partecipazione.

Un’occasione che ha già prodotto un bellissimo progetto e qui le do una vera e propria notizia in anteprima: da questo felice connubio è nato un nostro prodotto che sarà presentato nei giorni del Festival, una poltrona in edizione limitata (solo mille pezzi).

La poltrona si chiamerà “Tropea” come il blu del mare che solo lì ho visto. Un blu meraviglioso ed intenso che siamo riusciti quasi esattamente a ricreare”.

Questa conversazione è davvero piacevolissima e la ringraziamo per i meravigliosi racconti che ci sta offrendo e anche per questa novità di cui ci ha resi partecipi e che non vediamo l’ora di vedere dal vivo!

La sua grande passione traspare in ogni cosa che ci sta raccontando quindi le chiediamo per cavalcare l’onda della sua poetica creatività, rispetto ai competitors del settore qual è il plus oggettivo e soggettivo di un divano o una poltrona di Atelier Nieri? … chiamiamo in ballo per oggettivo un dettaglio tecnico\materiale e soggettivo un dettaglio immateriale…

“Se parliamo di dettagli materiali, sono decisamente i dettagli la nostra forza. Ogni singolo materiale, ogni singolo colore, ogni singola cucitura, ogni abbinamento, ogni singolo meccanismo, la possibilità di modulare le scelte che lasciamo al cliente … e via innumerevoli dettagli di dettagli …

Spostandoci in ambito “immateriale”, sicuramente al primo posto la creatività che alimentiamo con la voglia di creare sempre qualcosa di nuovo.

Personalmente la curiosità mi accompagna sempre come è accaduto per il blu del mare di Tropea che ha saputo sollecitare in me un desiderio … così una pietra sulla spiaggia potrà eventualmente dare uno spunto per un dettaglio inedito.

Tutto quello che mi circonda può contribuire alla mia creatività, fuorché i progetti dei nostri competitors … Ecco posso dire in tutta coscienza che non ho mai tratto ispirazione da un altro divano di altra azienda … ma solo dagli stimoli esterni che la mia curiosità sconfinata va a ricercare.

E sicuramente questa è una delle nostre chiavi vincenti: l’originalità”.

Prima di salutarci guardiamo al futuro, che poi per un progettista il futuro è sempre presente, ma in un futuro futuribile, quale potrebbe essere un suo desiderio?

Mi piacerebbe poter essere ricordato per una novità assoluta nel mondo del divano. E’ un sogno sicuramente difficile da realizzare ma a me piace sognare …Come fece mio nonno nel 1929 quando diede vita a tutto questo … Ed essere qui ancora oggi dopo quasi cento anni a raccontarlo è un grandissimo sogno realizzato“.

 

Caterina Misuraca