…allora sei di coccio!

In origine era la terracotta…il materiale più basico che l’uomo potesse scoprire. E con la terracotta sono stati modellati i primi vasi di cui si trovano reperti datati oltre 30.000 anni fa, facendone probabilmente l’utensile più antico che esista. È facilmente riconoscibile, col suo caratteristico colore ocra, arancione scuro e l’interno smaltato per evitare che la sua capacità assorbente sia di ostacolo al contenuto o rilasci odori e sapori indesiderati. Da romano non posso evitare una nota di folklore, citando il monte Testaccio già conosciuto come Monte dei Cocci, discarica di epoca romana dove venivano scaricati e accumulati frammenti di anfore in terracotta provenienti dal vicino porto fluviale. Anche l’arte non ha potuto fare a meno di citarla, dai rustici copricapi dell’Arcimboldo a Diego Velazquez fino a Gauguin. E che dire della proverbiale pentolaccia o pignatta, un gioco che attraversa trasversalmente tutto il mondo…Messico, Cina fino a noi dove per tradizione regionale si abbina alla celebrazione della prima domenica di Quaresima.

Il basso costo, la capacità di mantenere il calore e distribuirlo omogeneamente sono i fattori positivi, contrastati dall’estrema fragilità. Evidente che le caratteristiche intrinseche la rendano il contenitore da cucina più antico e associato alla preparazione di moltissimi piatti tradizionali. Ma ora viene il bello! Cosa cuciniamo con la pentola di coccio? Per le caratteristiche di cui parlavamo in precedenza sicuramente si adatta a preparazioni lente, la cottura dei fagioli, le zuppe, i ragù, gli spezzatini.

Brandani propone legumiere, cocotte, umidiere, oliere e cuociarrosti dal sapore rustico e artigianale per riempire di colore la cucina, non solo il classico arancione scuro della terracotta, ma blu, verde, giallo e rosso, e ancora con piccole decorazioni dipinte a mano.

Peccato per i possessori di fornello ad induzione perché sono costretti a rinunciare a questo piacere, con sommo gaudio di amici o parenti che la riceveranno in dono!